Convegno “Il Vicinato”

L’Associazione MUV Matera – Museo Virtuale della Memoria Collettiva, di cui mi onoro di essere membro e vice presidente, ha organizzato  il  Convegno dal titolo “Il vicinato” in data 24 Marzo 2015, presso la Mediateca Provinciale “A. Ribecco” – Palazzo dell’Annunziata in Piazza Vittorio Veneto a Matera.

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Il Vicinato dei Sassi è luogo al quale molti di noi o i nostri genitori o ​i nostri ​nonni sono in qualche maniera legati, esso rappresentava l’unico centro di relazione e nucleo di vita quotidiana. Poneva le sue basi sul rispetto, sulla solidarietà, sul mutuo sostegno, sul coinvolgimento, sul rapporto umano, sulla semplicità. Il vicinato era condivisione, metteva in comune gioie e dolori.

Durante l’evento, è stato illustrato un breve video con fotografie antiche realizzato da Nino Vinciguerra, attuale presidente dell’Associazione MUV Matera a cui sono seguiti gli interventi di vari ospiti, tra i quali il Presidente della Fondazione Zetema, l’Avv. Raffaello de Ruggieri, il Prof. Emanuele Giordano, professore in Storia della lingua e dialettologia italiane, l’Arch. Renato Lamacchia, la Prof.ssa Monica Dell’Aglio, ricercatore di linguistica presso l’ Università degli Studi della Basilicata e infine Angelo Sarra, cultore del dialetto e delle tradizioni popolari materane. Modererà Domenico Bennardi, vice presidente dell’Associazione MUV Matera.

Per chi si fosse perso il convegno, ecco la registrazione video quasi integrale, manca solo la mia piccola introduzione iniziale:

Linux Day a Matera – 27 ottobre 2008

Anche a Matera il 27 Ottobre ci sarà il Linux Day, un’occasione per parlare di Software Libero per le pubbliche amministrazioni e per le scuole.

L’appuntamento è dalle ore 18:00 presso l’informagiovani InCentro in Via Ridola 22. E’ organizzato dal gruppo GAS La Pastinaca, promosso da ILS (Italian Linux Society) con la collaborazione del Meetup Sassi Parlanti di Matera, dello stesso InformaGiovani, la bottega del Mondo, Matera2 San Francesco, si stanno adoperando tutti perché l’iniziativa abbia successo e visibilità nella speranza che possano parteciparvi docenti e dirigenti scolastici, personale della pubblica amministrazione. E’ incredibile come un’iniziativa del genere riesca a trovare sinergie tra soggetti diversi.

Il Linux day diventa così un progetto collettivo creato dalla gente comune che ritaglia parte del proprio tempo per dedicarlo in modo volontario a far comprendere quanto oggi possa essere realizzato a livello informatico, raggiungendo i medesimi risultati in qualità ma senza spendere una lira, pardon euro. E in un momento di crisi come questo, credo che il Linux Day sia un evento di primaria importanza per tutti gli amministratori pubblici e privati.

http://beppegrillo.meetup.com/159/messages/boards/thread/5190082

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BarCamp di Matera

Sono partiti i preparativi per organizzare l’edizione del BarCamp a Matera,
fissato per Sabato 12 Maggio 2007

la “non-conferenza” o “conferenza informale” approda quindi anche nel profondo sud e Matera è la prima città meridionale che lo ospita.

Buon lavoro agli organizzatori.

Con interesse ho aderito alla possibilità di partecipare e discutere con un mio intervento sintetizzato in questo video (fatto in coerenza della informalità dell’evento stesso).

Sito ufficiale BarCamp Matera 

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Il business dei Bit e il trasporto dei Bit: nuovi modelli di business per le zone disagiate.

Stupisce come un libro scritto nel 1995, quindi già classificabile come “datato” (soprattutto dato che affronta tematiche legate all’I.T.) possa invece rivelarsi attualissimo. Mi riferisco al volume “Essere digitali” di Negroponte. E’ Negroponte infatti a fornirci una definizione di esseri digitali.Secondo l’autore il modo migliore per apprezzare i vantaggi e le conseguenze dell’essere digitali è riflettere, sulla differenza tra atomi e bit.

ATOMI – come informazione materica, sottoforma di atomi (libri, riviste..)

BIT – come informazione digitale (Web, CD-Rom)I vantaggi dei Bit sono la velocità e la maggiore diffusione.Il Bit non ha colore, peso o dimensione, è il più piccolo elemento atomico del DNA dell’informazione e può essere affermativo o negativo (SI-NO; Vero-Falso), per praticità si è attribuito un valore numerico 1-0.Il numero dei Bit di un’informazione trasmessi in un secondo condiziona la dimensione e la qualità dell’informazione digitale.Negromante ha detto: “Il futuro delle aziende dipende dalla capacità che queste avranno nel convertire in digitale i loro prodotti o servizi”.

Questa riflessione di Negroponte ha due importanti conseguenze:In primo luogo va a indicare e suggerire una metodologia di innovazione e adeguamento di tutte le imprese alle nuove tecnologie di comunicazione, ma fortifica il presupposto che oggi l’offerta di prodotti e servizi, e la conseguente soddisfazione di bisogni sul mercato, può essere spostato da un piano esclusivamente “atomico”, “analogico” o tradizionale, a quello digitale.Oggi il business di un impresa, secondo Negroponte quindi dovrebbe essere convertito in attività digitale, espletato attraverso la rete, o in alternativa mantenere due vie parallele: offerta digitale dei servizi/prodotti + offerta analogica dei servizi/prodotti. Facciamo l’esempio di una società di formazione nata dal 1970, ha sempre svolto corsi frontali in presenza. Con lo sviluppo dell’ICT, inizia oggi a offrire corsi “digitali” ossia online, in cui i fruitori seguono a distanza le discipline. Potrebbe tuttavia continuare a offrire corsi in presenza, oltre che corsi online, per soddisfare un tipo di target più “tradizionalista”.Capita anche, come si legge in questi giorni sui giornali, che il New York Times annunci che in cinque anni sarà una testata esclusivamente online.Se queste società oggi, adottano politiche aziendali di questo tipo, vuol dire che Negroponte aveva ragione e che il gioco “digitale” vale la candela. Nel senso che ci sono ottime potenzialità di business e di introito investendo per il Web.

Semplicemente cambiano le esigenze dei clienti, e non è vero che il cambiamento riguarda solo le nuove o medie generazioni, ma anche quelle più mature.

L’innovazione è inesorabilmente inarrestabile, ma anche il desiderio di cavalcarne le potenzialità da parte di tutte le generazioni.In secondo luogo questa conversione in digitale dei servizi e prodotti aziendali determina una importante conseguenza sul piano gestionale e organizzativo delle aziende stesse che possono operare svincolate da un legame fisico sul territorio, operando in digitale, per l’etere nell’etere. Utilizzando la rete come un’interfaccia di connessione, tra azienda e cliente, lo sviluppo e l’offerta dei propri servizi/prodotti aziendali può avvenire in qualsiasi luogo fisico, o anche in più luoghi fisici. Il servizio offerto può essere il frutto della collaborazione tra società partner in sinergia di rete, con uno sharing di lavoro, di competenze, di ruoli, di costi e infine di ricavi. In questo senso un società di servizi editoriali o un’azienda di formazione possono avere la redazione in una città, il coordinamento o lo staff tecnico ubicati in altre città o società.In questo scenario, l’ubicazioni in cui si opera per le varie fasi di sviluppo, assume un importanza marginale. Non è importante la grandezza della città dove si lavora, così come i suoi trasporti, basta disporre di un collegamento a Internet veloce e stabile. Anzi possiamo dire che la dove le infrastrutture e i servizi mancano, in primo luogo le vie di comunicazione tradizionalmente intese, le forme di comunicazione digitali possono offrire una valida alternativa di sviluppo.E’ il caso per esempio dei piccoli centri rurali e di montagna, dove le strade e le ferrovie sono carenti o la posta ordinaria è troppo lenta, il Web può offrire a questi centri un equità di condizioni rispetto alle città più grandi.

Un caso emblematico è la città di Matera, l’unico capoluogo di provincia dove da sempre mancano le ferrovie dello stato, le strade di accesso alla città sono precarie e manca un aeroporto nella Regione Basilicata.  Qui la Regione stessa ha avviato alcune iniziative a favore del digitale, come quella del bando “un computer in ogni casa” ma molto ci sarebbe ancora da fare, soprattutto sul piano dell’e-governament. In ogni caso la città lucana con tutte le sue problematiche ha molte potenzialità di sviluppo, soprattutto legate alle risorse del suo territorio, risorse culturali, energetiche, ambientali e naturali. E le risorse naturali di una città o regione sono inalienabili destinate allo sviluppo sostenibile di quella città o regione. In questi casi le potenzialità possono essere espresse e attuate grazie al Web, che può rendere accessibile luoghi difficilmente fruibili, può permettere la nascita di società che offrano servizi e prodotti digitali, usando Internet come interfaccia di connessione col mondo secondo la filosofia del Think global act local si può lavorare localmente pensando ad un mercato potenzialmente globale.

Non solo, in Essere digitali, Negroponte già indicava che emergeranno nuovi contesti, nuovi attori, nuovi modelli economici, nuove imprese fornitrici di contenuti, informazione, intrattenimento digitale. Nuovi bisogni da soddisfare. E’ quella che poi è stata definita la new economy.

 

 

Oggi questo processo evolutivo e in continuo cambiamento, in diretta influenza dei cambiamenti che stanno avvenendo per il Web, ed infatti già si parla del Business 2.0 come un nuovo modello di fare impresa e affari vicino alla filosofia del Web 2.0 investendo nel sociale, nell’ambiente, nel bene collettivo, nel knowledge sharing, etc…Modelli di impresa che in ogni caso sfruttano e usano la rete, per cui la loro nascita e costituzione può avvenire anche nelle zone disagiate sopra descritte, purché dispongano di allaccio alla rete. Se le cose (beni e servizi) non possono essere trasportati tradizionalmente sottoforma di atoni, possiamo trasportarli sottoforma di Bit. Che cosìè un Bit?Secondo la definizione che ne da Negroponte, il bit non ha colore, peso, dimensioni, è il più piccolo elemento del DNA dell’informazione, può essere affermativo o negativo, 1 oppure 0.Il numero dei Bit di un informazione trasmessi in un secondo (Bps) condiziona la dimensioni e la qualità dell’informazione digitale.Trasportare bit è molto più semplice ed economico che trasportare atomi. Secondo Negroponte la tecnologia digitale cambierà la natura dei mass media, nel senso che da una situazione in cui i bit vengono “sospinti” verso l’utente si passerà ad una in cui sarà quest’ultimo a tirarli a sé.L’industria dell’informazione sarà sempre più simile alla vendita al dettaglio e costituirà uno dei settori che maggiormente potrà offrire medesime o addirittura maggiori potenzialità di sviluppo nelle aree disagiate o carenti di infrastrutture.Nel mondo digitale il mezzo non è più il messaggio, è solo una sua materializzazione. Si potrà trasmettere e inviare un dato ossia un flusso di Bit che potrà poi essere convertito, dall’utente in molti modi diversi, a sua volta l’utente potrà riutilizzare e rielaborare l’informazione ricevuta a suo piacimento anche volendo per ritrasmetterla.In questo sistema di informazione digitale l’intelligenza si sposta dal “media” o medium (che diventa multimediale con mescolanza di bit) al ricevente che non rimane passivo ma interagisce con esso come fa con un giornale. Negroponte indica come momento di nascita della vera multimedialità il 1978 quando col progetto ASPEN si è realizzata su videodischi la visione interattiva di un’intera città raccordando insieme tante fotografie tra loro.Uno scenario in cui “la piazza del mercato cittadino sarà l’autostrada globale dell’informazione, gli acquisti saranno fatti direttamente dalle persone. … Ciò sarà possibile a patto che l’interfaccia tra utente e computer si evolva a tal punto che parlare col computer sia altrettanto facile che parlare con una persona.”

 

Ecco il Windows Vista…

Oggi per le aziende, domani per (tutti) viene venduto ufficialmente il nuovo sistema operativo di Microsoft: Windows Vista (nome in codice Longhorn).

Beh intanto si è fatto desiderare e aspettare! Ma vorrei prima di tutto lasciare un commento di Bruce Sterling che ho sentito oggi, in un intervista online su repubblica.it
(Bruce Sterling è il padre fondatore insieme al grande William Gibson della narrativa cyberpunk, oggi scrittore e giornalista di culto del Web e dell’.I.T.)

Sterling che ha definito più volte Microsoft una forza del feudalesimo, in contrapposizione
alle forze della libertà, oggi ha affermato di sperare che il nuovo O.S. di Microsoft non si diffonda perché è talmente insicuro che può risultare pericoloso per se e per le persone care ch vorranno comprarlo.
Ha anche dichiarato che, proprio per i soliti problemi di insicurezza e fragilità, è una minaccia a se stessi usare Microsoft.

Io ho iniziato a usare il sistema operativo di Microsoft una ventina danni fa, quando avevo la versione 3.1, poi dal 1997 per lavoro, mi sono trovato a usare anche Apple, due sistemi operativi, diversi anche se tutto sommato simili, basta tenere conto che Microsoft ha copiato l’interfaccia “easy” di Apple (quella a finestre appunto). La differenza sostanziale è nelle prestazioni e nell’affidabilità.

Attenzione non è affatto vero che Apple non abbia alcun problema, (attualmente possiedo un MacBook Core Duo con processore Intel) ogni tanto qualche interruzione critica del software compare, certamente confrontando prestazioni, sicurezza e velocità si può ben definire l’Apple un PC “professionale” rispetto al suo grande rivale.

Per non parlare anche del design, punto di forza della mela mangiata e credo autentica fissazione di Steve Jobs e compagni.

 

Caratteristiche tecniche principali:
Windows Vista è un O.S. della famiglia Windows NT.
Vista ha effettivamente interfaccia utente task-based più innovativa, più attenta all’attività da compiere dell’utente. E’ presente una versione di esplora risorse (ora chiamato Windows Explorer) molto diversa da quella precedente, probabilmente la maggiore evoluzione dai tempi di Windows 95.
Un’altra caratteristica è l’interfaccia grafica, che sfrutterà le potenzialità 3D delle moderne schede grafiche (per chi ce le ha) arricchendo di effetti l’interfaccia grafica senza pesare sulla CPU.
Ancora una volta vedremo le aziende costrette a disfarsi dei PC comprati solo due anni prima per investire in nuovo hardware più prestante e ottimale per far funzionare al meglio il software.
A cosa ci serve essere belli e spettacolari se poi non sappiamo muoverci?

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La filosofia del Web 2.0

Social Networking Web 2.0

Il Web 2.0 rappresenta il nuovo modo di considerare, utilizzare e sviluppare il Web, non un software tangibile o un insieme di regole programmate, quanto più un una nuova corrente di pensiero.
Il Web 2.0 sposta l’attenzione dal messaggio al medium, il medium diventa il messaggio, grazie ad una forte spinta verso l’interazione autore-utenti, gli utenti non sono più soggetti passivi, non si limitano ad una semplice lettura o fruizione del contenuto online ma lo riutilizzano, lo riorganizzano in maniera diversa, lo partecipano e condividono. Fino a diventarne anche autori. Dopo il modello DHTML che sostituì l’HTML, ora l’evoluzione tecnica in grado di soddisfare questa nuovo biosngo di vivere il Web è l’AJAX, che sta per Asynchronous JavaScript And XML, con questo termine s’intendono, quindi, un insieme di tecnologie (audio, video, RSS, Social Software, Blogs, Wikis.
Alla semplicità del linguaggio HTML si è ormai arrivati ad un linguaggio (Java e Xml) che tende verso una maggiore complessità favorendo più soluzioni software in grado di allargare le potenzialità del Web e soddisfare la crescente domanda di Convergence e Partecipation, non solo ma l’utente rielabora i propri contenuti, li remixa e li ripropone.
Complessità di linguaggi che però non contrastano con un altro obiettivo del Web 2.0: l’Usability, la facilità d’uso del mezzo, delle interfacce che devono rimanere semplici e familiari.
Infatti il vantaggio principale di AJAX rispetto ad altri linguaggi è che è possibile avere una pagina con più contenuti dinamici che si modificano contemporaneamente in seguito alle scelte e azioni di un utente. Questo consente innanzitutto di migliorare la “User Experience” e rendere la Web UI il più simile possibile all’interfaccia grafica che abbiamo abitualmente sui nostri PC. L’uso del Web diventa così più percettibile e intuibile.

In realtà AJAX ha una valenza anche sul modo di fare comunicazione e sul carico generale dell’applicativo web utilizzato, e questo perché in primo luogo si basa su un sistema asincrono domanda/risposta autore-utente (o nel caso della formazione docente-discente) con tutte le comodità di un dialogo asincrono; in secondo luogo perché il sistema AJAX prevede la capacità di manipolazione (remixability) dell’eventuale documento XML di risposta.

Un’ultima importante connotazione che caratterizza il Web 2.0 è quella del Social Network, si sta sempre più spostando l’attenzione su un concetto di equità tra interlocutori, che sono posti davanti a medesimi strumenti e poteri comunicativi. Questo carattere si affianca all’ideologia dell’Open Source e del freeware, anch’essi elementi integranti del Web 2.0

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Il fenomeno dei BarCamp

Il fenomeno BarCamp ha origini americane, ma è già approdato in Italia, la unconference come è stata chiamata, letteralmente sarebbe una sconferenza o non conferenza. Si tratta di una tipologia nuova di incontro e dibattito, un convegno Open-source, senza inviti né gerarchie, la cui regola principale è tutti partecipanti e nessuno spettatore. Il pubblico diventa così parte attiva (non passiva) all’evento stesso, da fruitori ad autori dei contenuti. Contenuti che vengono condivisi, scambiati e rielaborati, senza un ristretto numero di relatori, ma preparati in maniera partecipativa, preliminarmente online grazie al formato wiki. Lo scopo è quello di imparare e condividere la conoscenza in un ambiente libero e aperto, Open appunto.

Libertà e partecipazione collettiva, che però non vuol dire assenza di regole, anzi queste ci sono e sono pianificate prima, dagli stessi autori-fruitori dell’evento, via web. Si crea una lista di interventi, vengono indicati i temi di cui si vorrebbe parlare, segnalando anche la durata prevista e il tipo di materiale presentato (slides, demo, ecc…).

I primi a sviluppare l’idea e il concetto di BarCamp, mettendolo in pratica furono gli americani che ne 2005 si riunirono in duecento a Palo Alto, dando vita a questo fenomeno che è ormai anche un trand, in costante crescita.Partecipanti sono vari utenti, bloggers soprattutto, web designer, programmatori, architetti di rete, creativi, ma anche qualche docente universitario.

Organizzare un BarCamp non è molto difficile proprio per l’aiuto sinergico offerto dagli stessi partecipanti-attivi all’evento, attivi già subito nella fase preliminare e organizzativa. Esiste il sito www.barcamp.org che permette la promozione dell’idea e offre la piattaforma online su cui lavorare per la pianificazione della “s-conferenza”. Si stabilisce un Where, un Why, un When e si parte.La location può essere anche contemporaneamente in aree diverse del Paese o addirittura in Nazioni diverse.

Le regole sono poche ma ben chiare. Tutti i partecipanti devono mostrare una demo, preparare una presentazione, una discussione o una sessione. Altrimenti possono offrirsi come volontari e contribuire in qualche modo al supporto logistico-organizzativo dell’evento. Tutte le presentazioni devono avvenire il giorno del barcamp. E’ necessario preparare in anticipo la propria presentazione. arrivare presto al mattino in modo da prendere uno spazio in bacheca per segnare il titolo della propria presentazione. Le persone presenti all’evento sceglieranno quali demo o presentazioni vogliono ascoltare. Chi presenta si impegna a pubblicare nel web le slide, le note, l’audio e/o il video della sua presentazione, in modo che anche chi non era presente ne possa beneficiare (una sorta di atti del convegno anche se si tratta di contenuti gratuiti e accessibili a tutti).

I temi affrontati sono tanti e vari, da quelli tecnici a quelli sociali, dall’ufologia ai videogame. La filosofia unificante è quello dello sharing, della condivisione, non solo di contenuti, ma anche di mezzi di trasporto per poter arrivare nella location, è così online ci si organizza per un car-sharing. Non a caso i partecipanti vengono anche chiamati in gergo campers, proprio perché i campeggiatori sono abituati a condividere tutto.

A farla da padrone, però, è la dimensione sociale della rete: il social networking e tutte le sue diramazioni, gli usi possibili e quelli solo immaginabili, fino agli impieghi della tecnologia digitale come motore di un’azione sul territorio. Ma si discute (e si blogga in tempo reale) anche di web semantico, di ibridi mediali, di aziende 2.0, della nuova filosofia del web 2.0, di accessibilità, di neutralità della rete, del miraggio di una burocrazia semplificata dall’uso del web (e-governament).

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